La camera della pioggia: uno strumento utilizzato dal laboratorio R&D di Harpo per offrire sistemi a verde pensile sempre più prestazionali

Uno degli aspetti più rilevanti e attuali della tecnologia del verde pensile è lo studio del comportamento del sistema-prodotto rispetto all’eccesso o alla scarsità d’acqua.

L’ acqua è infatti al centro di ogni progetto di verde pensile: è fondamentale conoscere la capacità igroscopica del terreno sia per stimare il fabbisogno idrico della vegetazione e gestire quindi in maniera oculata l’irrigazione ma anche – aspetto ancora più importante – per comprendere come il sistema è in grado di gestire le precipitazioni atmosferiche ordinarie o straordinarie.

Soprattutto i fenomeni più intensi, e sempre più frequenti, comportano una gestione del flusso d’acqua che va monitorato ed eventualmente temporaneamente stoccato in appositi serbatoi  che hanno lo scopo di far defluire l’acqua in modo calibrato e con un certo ritardo nei terreni, dove possibile, o nelle reti dei sottoservizi.

Da oltre 20 anni l’obiettivo del nostro reparto ricerca e sviluppo Harpo verdepensile e del laboratorio interno è quello di conoscere quanto più possibile le prestazioni e le capacità dei sistemi a verde pensile, tramite studio di casi applicativi, test, continue ricerche condotte anche in collaborazioni con università e istituti di ricerca nel settore botanico, termotecnico e idraulico, al fine di poter sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più affidabili. 

L’impegno e la serietà nelle attività di ricerca di Harpo sono state riconosciute e premiate dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite l’attribuzione di POR FESR (Programmi Operativi Regionali finanziati con Fondo europeo di sviluppo regionale), volti appunto  a finanziare azioni su territorio regionale.

L’acquisizione della camera della pioggia rientra nel bando “Anticipazione PR FESR 2021–2027. Incentivi alle imprese per attività collaborativa di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Bando DGR 2026/2021″ recepito da Harpo grazie all’impegno del laboratorio ricerca e sviluppo. Si tratta di un pezzo unico, realizzato artigianalmente e customizzato sulla base delle nostre esigenze e dei nostri obiettivi specifici di ricerca; al fine di condurre sperimentazioni su sistemi a scala reale. 

La camera della pioggia infatti, così come è stata concepita, permette di ricreare una condizione quanto più verosimile possibile a un sistema di tetto giardino soggetto a eventi atmosferici. Il corpo della camera contiene la stratigrafia completa dei sistemi Harpo, la parte superiore invece ospita una serie di canali con ugelli da cui fuoriesce acqua, simulando quindi le precipitazioni. Il grande vantaggio di questo strumento è che le precipitazioni sono controllate, permettendo quindi di monitorare e ottenere dati certi sulla modalità di gestione dell’acqua da parte del sistema in diverse condizioni. La camera è installata su delle celle di carico per riuscire con grande precisione a definire qual è lo stato iniziale del sistema – quanta acqua esso contiene – prima di sottoporlo ad un’irrigazione controllata, simulando precipitazioni variabili ovvero lunghe e deboli, così come brevi ma intense, per quantificare infine le risposte del sistema al flusso d’acqua. 

La capacità di un terreno di trattenere l’acqua è completamente diversa a seconda che si parta da un terreno secco o da uno imbibito che deve gestire un’ulteriore quantità acqua. Un terreno secco sottoposto a una irrigazione debole non si riempie in maniera uniforme, possono crearsi per esempio delle bolle d’aria in alcune zone; mentre nel caso di fenomeni intensi la porosità del terreno risponde in maniera diversa. L’obiettivo della nostra ricerca è quello di testare tutti i nostri substrati Harpo verdepensile sperimentando spessori differenti per considerare casistiche differenti che a loro volta devono rispondere a diverse variabili di precipitazione. 

Nel nostro laboratorio di ricerca e sviluppo interno – uno dei più avanzati d’Italia – abbiamo già simulato tutte queste condizioni ma il passaggio di scala della sperimentazione – e la possibilità di incrociare dati già acquisiti con i nuovi ottenuti  da una situazione realistica – costituisce un’occasione unica per continuare a sviluppare i nostri sistemi e le nostre soluzioni tecniche nell’ottica dell’innovazione. 

Nel nostro Paese, le camere della pioggia esistenti sono poche e per lo più realizzate all’interno di laboratori universitari; nel nostro caso invece la camera è all’interno del nostro laboratorio. Il rapporto con le Università e i centri di ricerca è in ogni caso sinergico in un’ottica di condivisione e collaborazione dove l’estrazione dei dati è utile all’azienda ma anche all’Università per ricerche parallele o congiunte. 

Sergio Andri, responsabile laboratorio ricerca e sviluppo Harpo, con il prof. Emanuele Forte con il suo gruppo di ricercatori durante le sperimentazioni.
Sergio Andri, responsabile laboratorio ricerca e sviluppo Harpo, con il prof. Emanuele Forte con il suo gruppo di ricercatori durante le sperimentazioni.

In questo momento, per esempio, stiamo conducendo una ricerca insieme all’Università di Trieste, facoltà di Scienze Geologiche. Si tratta di uno studio in cui Harpo è partner, il cui obiettivo è quello di migliorare la calibrazione degli strumenti Georadar per ottenere informazioni quantitative e non solo qualitative nel sottosuolo. Il nostro contributo sta nel mettere loro a disposizione un campo prova strumentato e di cui abbiamo grandissima conoscenza di tutti gli aspetti fisici.

L’obiettivo che noi di Harpo vogliamo perseguire è invece quello di avere sempre più informazioni per proporre ai nostri clienti e partner delle soluzioni più prestazionali e innovative, non solo per la progettazione del sistema in sé ma anche, ad esempio, per la progettazione idraulica dell’edificio.  

Piazza Europa, Catania
Referenza in foto: Piazza Europa, Catania

L’invarianza idraulica, ovvero il principio secondo il quale il deflusso risultante dal drenaggio di un’area debba rimanere invariato dopo una trasformazione dell’uso del suolo avvenuto nell’area stessa, ossia dopo lavori di edificazione e urbanizzazione, è un aspetto strategico della progettazione di un edificio e che comincia a essere normato anche in Italia con regolamenti locali più o meno rigorosi da parte delle regioni.  Al momento  nella progettazione idraulica il contributo dato dalla presenza di coperture a verde pensile viene “quantificato” sulla base di dati da laboratorio, ottenuti tramite test e modellazioni, e non si fa distinzione tra i contributi dati dai diversi elementi del sistema multistrato. Gli studi che saremo in grado di condurre con la camera della pioggia ci permetteranno sia di migliorare ulteriormente i modelli descrittivi delle prestazioni complessive e sia di prevedere tali prestazioni per qualunque configurazione di drenaggi e substrato.

Con la camera della pioggia, dopo gli studi di laboratorio, ci auguriamo di poter contribuire in modo più efficace, in quanto strumento fondamentale per integrare l’osservazione dei fenomeni da un punto di vista analitico (laboratorio) con un approccio integrato che passa dal dettaglio allo sguardo d’insieme e che ci permette di descrivere tecnicamente il verde pensile per spingerci a renderlo sempre più prestazionale.

La camera della pioggia – in quest’ottica – ci permette di studiare non solo quello che è il comportamento verde pensile verso la pioggia ma ci permette di avere un sistema controllato su cui fare una sperimentazione continua e pressoché infinita anche dopo anni dall’installazione del sistema.

Per confrontarti con il supporto tecnico e il laboratorio di ricerca e sviluppo e ragionare insieme sul progetto contattaci oppure iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sulle buone pratiche di progettazione, esecuzione e controllo del verde pensile.