
Nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), le Nature-Based Solutions (NBS) rappresentano strumenti fondamentali per promuovere la sostenibilità urbana. Tra queste, il verde pensile si distingue per la sua capacità di integrare benefici ambientali, sociali ed economici. Tuttavia, come sottolinea il Prof. Alberto Barbaresi – Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna- nel suo articolo pubblicato nell’ultimo numero del nostro Magazine (per ricevere una copia, iscriviti alla newsletter>>>), “quantificare con precisione questi benefici è estremamente complesso”, poiché “l’efficacia di un tetto verde può variare notevolmente in funzione di fattori difficili da controllare e standardizzare, come le condizioni climatiche, il tipo di vegetazione impiegata e lo stato di salute delle piante”.
Per affrontare la sfida della quantificazione dei benefici delle NBS, strumenti come l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA – Life Cycle Assessment ) e la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD – Environmental Product Declaration) si rivelano essenziali. L’LCA consente di analizzare e quantificare l’impatto ambientale di un prodotto o sistema lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita. Come evidenzia Barbaresi, “l’LCA, partendo da dati direttamente misurati (dati primari) e da dati dedotti da specifici invent
ari (dati secondari), consente di ottenere un’analisi oggettiva e dettagliata degli impatti ambientali”.
L’LCA segue norme internazionali precise (ISO 14040, ISO 14044) e seguire le linee guida fornite dalle regole di categoria di prodotto (PCR – Product Category Rules) per la specifica categoria di prodotti di appartenenza (per esempio i prodotti da costruzione). Sulla base di queste informazioni viene redatta l’EPD che, a sua volta, deve poi essere verificata e validata da enti certificatori accreditati.
L’EPD è dunque una dichiarazione volontaria (si parla di etichetta ecologica di tipo III) standardizzata (ISO 14025) e verificata da terza parte, che riporta in modo oggettivo e comparabile gli impatti ambientali di un prodotto lungo le fasi del ciclo di vita. Non attesta la qualità del prodotto, né la sua sostenibilità in senso assoluto, ma ne quantifica i parametri ambientali secondo le regole tecniche stabilite dalla norma ISO 14025 e, per i prodotti da costruzione, dalla norma europea EN 15804.
In sintesi, l’LCA rappresenta il presupposto tecnico, mentre l’EPD costituisce il documento pubblico che ne comunica i risultati in modo verificabile e standardizzato. Senza LCA, non è possibile emettere una EPD conforme alle normative vigenti. I due strumenti sono quindi strettamente interdipendenti.
Nel settore dei prodotti per l’edilizia, le EPD sono oggi sempre più richieste non solo in fase progettuale, ma anche per adempiere agli obblighi normativi. Dal 2025, ad esempio, per i prodotti da costruzione è obbligatorio riportare l’EPD nella Dichiarazione di Prestazione (DoP) per la marcatura CE, con un periodo transitorio fino al 2028. Inoltre, le EPD verificate e registrate da programmi riconosciuti a livello europeo, come quelli aderenti alla piattaforma ECO Platform, godono di ampia interoperabilità, possono addirittura essere integrate nei software BIM, facilitando la valutazione ambientale dell’edificio nel suo complesso.
In questo scenario, noi di Harpo verdepensile abbiamo avviato un processo strutturato per dotarci di EPD riferite ai nostri prodotti, partendo da una categoria strategica: i substrati minerali. La scelta di iniziare dai substrati risponde a un criterio tecnico e di valore: i substrati sono il cuore dei nostri sistemi! Inoltre, ad oggi, non esistono in Italia aziende che possiedono un EPD di substrati e, presumibilmente, nemmeno in Europa. Questo rende l’iniziativa pionieristica nel panorama europeo dei prodotti per la progettazione del verde tecnico. Tale operazione è stata possibile anche grazie alla profonda conoscenza che abbiamo dei nostri substrati tecnici, essendo responsabili della loro formulazione e conducendo costanti controlli di qualità.
L’ottenimento di una certificazione EPD per i componenti dei tetti verdi, come il substrato, rappresenta un grande vantaggio competitivo. Secondo Barbaresi, “l’EPD può facilitare l’integrazione dei tetti verdi nei progetti di edilizia sostenibile, contribuendo a ottenere punteggi elevati nei protocolli di certificazione come LEED® o BREEAM”. Queste certificazioni offrono informazioni trasparenti e verificate, aiutando progettisti e clienti a scegliere soluzioni più sostenibili.
L’EPD risulta strategica anche in contesti pubblici vincolati ai CAM (Criteri Ambientali Minimi) e nei progetti candidati a finanziamenti europei, dove il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm) è imprescindibile.
Il processo di certificazione dei nostri substrati è stato avviato con uno studio LCA condotto in collaborazione con il Prof. Barbaresi e con l’Università di Bologna e si è concluso con la validazione e la pubblicazione della EPD da parte del ZAG (Slovenian National Building and Civil Engineering Institute), organismo tecnico accreditato a livello europeo. L’EPD del nostro substrato TerraMediterranea è conforme alla norma EN 15804, risultando immediatamente fruibile per i progettisti e gli operatori che necessitano di documentazione tecnica verificabile per capitolati, gare pubbliche o valutazioni ambientali di edificio.
Questa prima EPDè la base per ulteriori sviluppi, come la pubblicazione di moduli integrativi per vari spessori differenti o l’estensione dell’analisi ad altri componenti del sistema.
Il nostro obiettivo è strutturare una famiglia di EPD articolata per categorie funzionali: substrati, piastre drenanti, geotessili, con l’intento di fornire al progettista strumenti tecnici solidi, trasparenti e interoperabili, utili nella redazione di documentazione ambientale e nella scelta consapevole dei materiali.
La pubblicazione delle EPD, tuttavia, non è solo un adempimento tecnico, ma anche un passaggio strategico in chiave commerciale. Sempre più spesso, le richieste da parte di agenti e clienti riguardano la disponibilità di dati ambientali certificati. Per questo, noi di Harpo verdepensile intendiamo affiancare alla pubblicazione delle EPD anche una formazione specifica per la rete commerciale, finalizzata a spiegare cosa sono, come si leggono e come si comunicano in modo corretto ed efficace.
In definitiva, l’adozione di EPD rappresenta per Harpo verdepensile una scelta coerente con il nostro impegno tecnico verso l’innovazione sostenibile. È uno strumento concreto, al servizio dei progettisti, che consente di rispondere alle esigenze normative, ambientali e di mercato con dati verificati, trasparenti e confrontabili. In un contesto in cui le nature-based solutions diventano sempre più centrali nei processi di pianificazione ambientale e progettazione edilizia, il valore della misurazione oggettiva – offerto da LCA ed EPD – è destinato a diventare strategico e garanzia di qualità.