


In questo numero:
- Dove cresce la biodiversità, la città vive
Elena Granata - La biodiversità urbana tra sfide e opportunità
Francesco Boscutti - La città come ecosistema adatto a sostenere una sua biodiversità
Armando Gariboldi - Riconquistare lo skyline: tetti verdi, biodiversità urbana e il futuro delle soluzioni basate sulla natura
Dusty Gedge - Biodiversità urbana, progettare il verde per far vivere le città
Alessandra Aires
Vedi gli altri numeri di Harpo Digital Magazine
- Acqua: elemento vitale per la nostra esistenza – N°1-2023
- Città verdi: il futuro sostenibile si avvicina alla natura – N°2-2024
- Effetto clima: adattarsi al climate change nell’ecosistema urbano – N°3-2024
- Terra: risorse naturali e soluzioni sostenibili per resilienza e benessere – N°4-2025
- Biodiversità urbana, progettare il verde per far vivere la città – N°5-2025
Biodiversità urbana, progettare il verde per far vivere le città
di Alessandra Aires
Incrementare la diversità biologica urbana attraverso i tetti verdi rappresenta una risorsa vasta ma ancora poco sfruttata. I tetti a falde possono essere impiegati per la raccolta dell’acqua piovana, mentre quelli piani possono essere trasformati in giardini che la utilizzano per sostenere la crescita della natura sopra di noi.
Un’idea semplice, efficace e vantaggiosa, applicabile sia a proprietà private che pubbliche, residenze, uffici e stabilimenti industriali: capace di trasformare l’intera città in un’oasi verde, resiliente e sostenibile.
Un esempio virtuoso – da replicare e diffondere – è rappresentato da un edificio pubblico: una fabbrica del 1940 che ha assunto nuova vita prima come Hotel e poi come “verde Hotel”, l’Open 011.
Lavorare per i Servizi Tecnici della città (Urbanizzazioni e Ambiente) di Torino – in stretta collaborazione con i Progetti Europei – ci ha posti nella privilegiata condizione di sperimentare tecnologie, idee, obiettivi in linea con i Paesi più evoluti, e in gara quasi permanente con altri raggruppamenti al fine di conquistare Bandi e realizzare le proposte presentate.
I progetti pilota europei si distinguono spesso per piccoli budget dedicati alle opere fisiche, ma sono ricchi di collaborazione e di scambio di conoscenze trasversali con colleghi provenienti da Paesi molto diversi, accomunati dall’unico obiettivo di apprendere reciprocamente e utilizzare questo bagaglio per sviluppare numerosi futuri e più ambiziosi progetti per le città.
City water Circle – OPEN 011
Il tema su cui si è lavorato si è rivelato particolarmente sfidante: il circolo virtuoso dell’acqua in città.
Come realizzarlo? Come comunicarlo ai cittadini? Come trasformarlo in un esempio replicabile all’infinito?
L’Ostello della Città, OPEN 011, gestito dalla Cooperativa Doc, si è rivelato il luogo ideale per sperimentare quattro diverse soluzioni basate sulla natura (NBS), ottenendo un virtuoso risparmio e riciclo della risorsa idrica, e non solo.
Il tema centrale, “Meet Water, Meet People, Meet Plants” – Incontrare l’acqua, le persone, le piante – ha rappresentato il claim europeo che ha guidato l’intervento.
L’iniziativa ha previsto la realizzazione di un tetto verde, la raccolta delle acque piovane per l’irrigazione, una serra aeroponica e un giardino della pioggia, il tutto con un budget di 56.000 euro.
È stato un esempio concreto di come sia possibile realizzare progetti efficaci anche con risorse limitate.
Il progetto, in continua evoluzione grazie alla competizione con altri Paesi, è diventato sempre più interessante: non si tratta più di un giardino pensile da ammirare, ma di uno spazio da vivere. Uscire su una terrazza in cemento non attirava precedentemente alcun visitatore, mentre accedere a un giardino rigoglioso, dove in ogni stagione sbocciano fiori colorati e profumati, aromatiche come santolina, rosmarino, salvia e menta, graminacee ornamentali quali Pennisetum e Muhlenbergia, erbacee e perenni come gelsomino asiatico, perovskia, rudbeckia ed echinacea, edibili come le fragole, rappresenta oggi un piacere per gli ospiti, che si ritrovano volentieri nel giardino e ne comprendono i benefici delle soluzioni basate sulla natura (NBS) durante la loro esperienza di soggiorno.
L’irrigazione è garantita da una cisterna interrata, posizionata a valle del pozzetto di raccolta delle acque del tetto e del cortile, che in passato scaricava nella rete fognaria, ma che oggi reimmette l’acqua accumulata alla terrazza tramite una pompa elettrica.
Duecento metri quadrati di vero paradiso sono stati realizzati in soli tre giorni: tre giorni per preparare la stratigrafia semplice ma efficace del tetto verde, distribuire la miscela di terreno più idonea e mettere a dimora le piante.
Il tempo di crescita è stato rapidissimo: nel giro di pochi mesi dalla messa a dimora, le piante hanno cominciato a fiorire, ospitando una biodiversità straordinaria di insetti impollinatori, attratti dai colori e dai profumi del nuovo giardino.

Coltivazione aeroponica e giardino della pioggia: biodiversità circolare
Biodiversità vuol dire anche offrire una piccola produzione fatta sul posto di verdura e erbe aromatiche per il ristorante dell’Hotel: la serra ospita un completo sistema di coltivazione aeroponica collegato alla seconda cisterna da 350 litri, che si riempie grazie al semplice “acchiappa-acqua” del pluviale: l’acqua viene vaporizzata sulle radici e con il 2% dell’acqua che servirebbe in agricoltura tradizionale si ha sempre la verdura fresca.
La qualità dell’acqua è controllata grazie alla collaborazione del Centro Ricerche SMAT, con un monitoraggio qualitativo e quantitativo e con una lampada UV -applicata all’interno della cisterna- per la sterilizzazione.
Anche il troppo pieno dell’intero sistema risulta sostenibile, convogliandosi nel giardino della pioggia, una leggera depressione situata nel giardino esistente al piano terra, che ospita piante resistenti sia alla siccità sia all’umidità, dal Carex alla ginestra, specie rustiche e adattabili a ogni condizione climatica.
Riflessioni e risultati dal progetto pilota
Questo progetto ha dimostrato in modo concreto come sia possibile coniugare semplicità esecutiva, efficienza ambientale e valore sociale.
La realizzazione del tetto verde, completata in soli tre giorni su una superficie di 200 metri quadrati, ha previsto l’impiego di una stratigrafia leggera ma estremamente efficace: uno strato protettivo, vaschette per la ritenzione idrica, lapillo vulcanico capace di mantenere l’umidità a livello radicale e una miscela di terreno alleggerito che, pur con spessori minimi, assicura condizioni ottimali per lo sviluppo delle piante. Una soluzione tecnologica messa a punto da Harpo Verdepensile e realizzata con il supporto dei Vivai Romeo.
Accanto alla copertura verde, la raccolta delle acque piovane si è rivelata un elemento strategico, non solo per garantire l’irrigazione autonoma dello spazio, ma anche per contribuire alla riduzione del carico sulle reti fognarie durante gli eventi meteorici più intensi.
Il progetto ha inoltre integrato un sistema produttivo alimentare che consente di coltivare e consumare in loco verdure fresche, eliminando trasporti, imballaggi e sprechi grazie alla tecnologia aeroponica sviluppata da Agricooltur e alla serra progettata da Borgogno Legno.
La trasformazione di una terrazza anonima, calda e grigia, in un giardino rigoglioso e colorato ha generato un impatto sociale immediato: un luogo accogliente, capace di favorire la relazione e migliorare la qualità dell’esperienza degli ospiti.
Questo spazio, oltre a offrire comfort, si è rivelato anche uno strumento didattico prezioso per le giovani generazioni che frequentano l’Open 011, contribuendo a sviluppare una maggiore consapevolezza verso i temi della sostenibilità e dell’adattamento climatico.
Il valore di questo intervento non si è limitato al contesto locale: il progetto è diventato rapidamente un riferimento per visite tecniche, scambi internazionali, corsi di agricoltura aeroponica e attività divulgative, in collaborazione con OpenHouseTorino, con l’obiettivo di rendere queste buone pratiche patrimonio condiviso della comunità. Oggi l’esperienza maturata con CWC si traduce in nuovi cantieri e progetti, dove le soluzioni sperimentate trovano applicazione su scala più ampia, confermando la replicabilità e la solidità del modello adottato.
Depavimentazione e ritorno al verde: soluzioni naturali per la città sostenibile
La città moderna ha sigillato ogni porzione di suolo disponibile, ha caricato le reti di smaltimento portandole alla saturazione, ha utilizzato materiali impermeabili e difficilmente trasformabili, fino ad arrivare ad un punto critico.
Depavimentare, desigillare, rendere permeabili suoli e superfici, portare il verde anche sulle superfici impermeabili (tetti), aumentare il patrimonio arboreo urbano: sono tutte NBS – nature-based solutions – che sembrano una novità ma non sono altro che un etico ritorno a quanto si faceva in passato. Ripartiamo da lì, da un passato proiettato ad un futuro davvero sostenibile. Tetti verdi in ogni isolato urbano là dove c’era solo cemento e asfalto? Si deve fare per il bene stesso di chi vive in città e che pare apprezzare molto queste nuove realizzazioni: 300 visitatori all’ultima edizione di OpenHouseTorino in terrazza all’Open 011 lo confermano!
Progetto: CWC City water Circle – OPEN 011
- Luogo: Torino
- Progettisti servizio urbanizzazioni – Servizio fondi europei – Coordinatrice Laura Ribotta
- Progettisti del paesaggio: Alessandra Aires
- Committente: Comune di Torino
- Collaboratori: Andrea Marchisio con Luca Alfarano e Mattia Mascagna
- Progetto europeo CWC: Laura Ribotta (coordinamento progetto), Anacleto Rizzo (Iridra); Elisa Brussolo ed Edoardo Burzio (Centro ricerche SMAT – Società metropolitana acque Torino); Mirella Iacono (ufficio ambiente)
- Cronologia: 2020-2021
- Dati dimensionali: 200 mq
- Imprese esecutrici opere a verde: Vivai Romeo – Alpignano (TO)
- Costo dell’opera: 56.000 euro
- Arredi su disegno: Borgogno Legno, Borgo San Dalmazzo (CN)
- Pavimentazioni: Borgogno Legno
- Serra aeroponica: Agricooltur – Carignano (TO)
- Sistema a verde pensile: Harpo verdepensile
- Composizione botanica – Vivai Romeo – Alpignano (TO)
- Arbusti: aromatiche – santolina chamaecyparissus, rosmarinus prostrato, salvia microphylla, mentha piperita.
- Erbe ornamentali, graminacee – muhlenbergia capillaris, pennisetum alopecuroides, rudbeckia e echinacea, perovskia atriplicifolia, jasminum asiaticum tricolor fragaria (fragola)
Alessandra Aires
Architetto e Architetto del Paesaggio, lavora in Olanda e a Barcellona, per approdare al Comune di Torino. Dai Programmi di recupero urbano alle riqualificazioni di aree industriali dismesse, si occupa di progettazione di parchi pubblici, giardini e piazze, aree gioco ed edifici per servizi, dal primo edificio pubblico con tetto verde (La Casa nel parco) al primo sostenibile con Protocollo Itaca (Ludoteca Il Paguro) accanto a concorsi di progettazione nazionali e internazionali, e alle sperimentazioni delle NBS, pareti verdi ProGiReg e recupero acque piovane CWC, React – Interventi di adattamento per una città più vivibile.
Tra le realizzazioni il Parco Colonnetti Nord, gli spazi pubblici del quartiere di Via Artom, il Parco Pietro Mennea e la Clessidra.
Premio Internazionale Dedalo Minosse 2014, Menzione alla Biennale Spazio Pubblico 2011, Premio Città per il Verde 2009, 2010 e 2024.
Premio speciale WeTree (Figura femminile per il paesaggio) 2024
City Scape Award 2024 – Hi Tech Landscape
Socio AIAPP Associazione Italiana Architettura del Paesaggio, socio AIDTPG e socio fondatore di OpenHouseTorino.
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