La biodiversità urbana tra sfide e opportunità

di Francesco Boscutti

Le città sono spesso considerate, talvolta a ragione, dei “deserti biologici”: ambienti dominati dall’asfalto, dal cemento, dall’inquinamento e da altri fattori limitanti che ostacolano la vita di molte specie animali e vegetali. L’urbanizzazione e la conseguente frammentazione degli habitat rappresentano infatti una delle principali cause di perdita della biodiversità a livello globale. Tuttavia, negli ultimi anni, numerosi studi hanno mostrato come l’ambiente urbano non sia privo di diversità, anzi: molte specie di piante e animali sono riuscite ad adattarsi, persino a prosperare, all’interno della complessa matrice urbana.

Microecosistemi urbani: funzionalità ecologica e criticità ambientali

Le città moderne non sono entità omogenee, ma un mosaico di microhabitat diversi: giardini, parchi, aiuole, tetti, cortili, margini stradali, binari ferroviari, vecchi edifici. Questi spazi, spesso negletti o marginali, possono costituire veri e propri rifugi per la biodiversità. Alcune piante spontanee, così come numerosi insetti, uccelli e piccoli mammiferi, sfruttano le opportunità offerte dal contesto urbano: risorse alimentari derivanti dalle attività umane, assenza di predatori naturali, microclimi favorevoli dovuti all’effetto “isola di calore” urbana.

Francesco Boscutti

Professore in Botanica Ambientale e Applicata presso il Dipartimento di Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali dell’Università di Udine. 
Si occupa di ecologia vegetale, biodiversità, conservazione delle specie minacciate e impatto dei cambiamenti climatici e delle specie aliene invasive sugli ecosistemi. Collabora a progetti transfrontalieri e iniziative di divulgazione scientifica.