


In questo numero:
- Dove cresce la biodiversità, la città vive
Elena Granata - La biodiversità urbana tra sfide e opportunità
Francesco Boscutti - La città come ecosistema adatto a sostenere una sua biodiversità
Armando Gariboldi - Riconquistare lo skyline: tetti verdi, biodiversità urbana e il futuro delle soluzioni basate sulla natura
Dusty Gedge - Biodiversità urbana, progettare il verde per far vivere le città
Alessandra Aires
Vedi gli altri numeri di Harpo Digital Magazine
- Acqua: elemento vitale per la nostra esistenza – N°1-2023
- Città verdi: il futuro sostenibile si avvicina alla natura – N°2-2024
- Effetto clima: adattarsi al climate change nell’ecosistema urbano – N°3-2024
- Terra: risorse naturali e soluzioni sostenibili per resilienza e benessere – N°4-2025
- Biodiversità urbana, progettare il verde per far vivere la città – N°5-2025
Riconquistare lo skyline: tetti verdi, biodiversità urbana e il futuro delle soluzioni basate sulla natura
di Dusty Gedge
L’evoluzione dei tetti verdi mostra come siano passati da semplici strumenti di adattamento climatico a componenti fondamentali delle strategie urbane per la biodiversità. Basandosi su oltre vent’anni di esperienza nel Regno Unito e in Europa, l’autore mette in evidenza come i tetti verdi ad alta biodiversità — ispirati al carattere ecologico dei paesaggi post-industriali — possano offrire un valore concreto per la conservazione della natura in città. Con l’introduzione della normativa inglese Biodiversity Net Gain (BNG) e di politiche europee emergenti come la EU Nature Restoration Law, i tetti verdi sono sempre più riconosciuti come strumenti normativi per garantire risultati in termini di biodiversità. L’articolo sottolinea il valore ecologico di habitat difficili, aridi e strutturalmente variati, promuovendo approcci progettuali ispirati a spazi colonizzati spontaneamente, come i Magredi del Friuli o le aree dismesse di Londra. Vengono analizzate le sfide principali nei settori dell’ingegneria, della conservazione e del design — in particolare la tensione tra funzionalità ecologica ed estetica convenzionale — e si propone di valorizzare la diversità nei materiali, nelle strutture e nell’aspetto stagionale. In conclusione, si invita a ripensare la natura urbana: i tetti verdi non come semplici superfici decorative, ma come habitat dinamici e vitali, centrali per un futuro urbano resiliente e ricco di biodiversità.

Negli ultimi vent’anni si è verificato un cambiamento significativo nel modo in cui città e paesi affrontano l’integrazione delle infrastrutture verdi. Se all’inizio la motivazione

Dusty Gedge
Con oltre vent’anni di esperienza nella realizzazione di soluzioni basate sulla natura, ha iniziato il suo percorso come specialista di biodiversità urbana, promuovendo l’uso dei tetti verdi per sostenere una rara specie di uccelli a Londra. Questo lavoro pionieristico lo ha reso uno dei principali esperti indipendenti nel Regno Unito in materia di progettazione di tetti verdi e politiche correlate. Ha contribuito a importanti quadri strategici, tra cui il London Plan, e ha avuto un ruolo chiave come consulente nella definizione degli indicatori per i tetti verdi previsti dalla normativa inglese sulla Biodiversity Net Gain.
Nel corso degli anni ha progettato, ispezionato e riqualificato migliaia di tetti verdi in tutto il Regno Unito, attingendo a una profonda conoscenza degli habitat naturali. La sua competenza ha una portata internazionale: ha studiato tetti verdi ed ecosistemi in varie parti del mondo ed è un relatore molto richiesto sui temi della biodiversità e delle infrastrutture verdi.
Si dedica attivamente alla produzione di video, con un forte interesse per il modo in cui habitat naturali — come i ghiaioni alluvionali dei fiumi e i particolari paesaggi dei Magredi del nord Italia — possano essere ricreati sui tetti. Naturalista appassionato, trasferisce questa passione nella fotografia e videografia naturalistica, unendo conoscenza ecologica e storytelling per ispirare le persone a scoprire il potenziale selvatico nascosto nei nostri spazi urbani.
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