Il Piano del Verde nella trasformazione sostenibile della città: l’esperienza di Udine e lo scenario nazionale

Giardino Giovanni Pascoli - Udine
Giardino Giovanni Pascoli – Udine

Il Piano del Verde è uno strumento di pianificazione comunale che consente di fotografare lo stato dell’arte del verde urbano e di programmare in modo organico gli interventi futuri, sia su aree pubbliche sia private. Nasce con l’obiettivo di orientare lo sviluppo urbano secondo criteri ambientali e funzionali, favorendo una gestione integrata degli spazi verdi. Introdotto dalla Legge 10 del 2013 come misura volontaria, a distanza di dieci anni è stato adottato solo da una minoranza di Comuni italiani, pari all’8%.

Tra gli obiettivi principali del Piano si trovano l’incremento della superficie verde disponibile, il miglioramento della qualità del suolo e della vegetazione esistente, la valorizzazione della biodiversità urbana e la promozione di pratiche sostenibili nella gestione delle risorse. Il Piano mira inoltre a rafforzare la resilienza urbana ai cambiamenti climatici, con azioni volte a mitigare gli effetti delle isole di calore e migliorando la gestione delle acque piovane. Non da ultimo, il verde viene considerato un elemento fondamentale per il benessere fisico e sociale dei cittadini.

Tra le città italiane a munirsi di questo strumento troviamo Milano, che si distingue per un approccio avanzato orientato all’aumento della copertura verde anche pensile; Roma, che ha concentrato l’attenzione sulla riqualificazione dei parchi storici e sull’estensione delle aree verdi nei quartieri; Torino, che ha impostato il Piano con particolare attenzione alla biodiversità e alla gestione sostenibile; Firenze, che ha adottato politiche per incrementare il verde pubblico e Bologna, che punta sul miglioramento della qualità ecologica complessiva; Padova, che ha lavorato su progetti di rinaturalizzazione urbana e compensazione ecologica, con l’obiettivo di ridurre il riscaldamento urbano.

Il Piano del Verde di Genova, invece, rappresenta un caso particolarmente articolato, con interventi mirati alla riqualificazione del verde esistente e alla creazione di nuovi spazi anche in contesti infrastrutturali, come nel caso di Viale delle Brigate Partigiane.

Noi di Harpo verdepensile da sempre promuoviamo e diamo visibilità a soluzioni nature-based in ambito urbano, con un focus sugli aspetti funzionali e prestazionali della vegetazione e dei sistemi tecnologici vegetati. Oltre un anno fa abbiamo pubblicato un’intervista a Ciro Degl’Innocenti, Capo Settore Verde, Parchi e Agricoltura Urbana del Comune di Padova.

Più recentemente, nel novembre 2024, anche il Comune di Udine – primo capoluogo del Friuli Venezia Giulia a dotarsi di questo strumento – ha presentato il primo Piano Zero del Verde. 

Assessore al Verde Pubblico del Comune di Udine, Ivano Marchiol
Assessore al Verde Pubblico del Comune di Udine, Ivano Marchiol

Abbiamo intervistato l’assessore al Verde Pubblico del Comune di Udine, Ivano Marchiol per farci raccontare progettualità ed obiettivi specifici dietro a questa iniziativa. 

«In un contesto di trasformazione delle città – che noi amministratori abbiamo l’obbligo di attuare anche alla luce della crisi climatica, la quale trascina con sé una crisi sociale, economica e ambientale – il Piano del Verde è una gigantesca occasione di miglioramento della qualità di vita per i cittadini. Noi dobbiamo prendere l’elemento della natura e utilizzarlo in maniera intelligente come motore di trasformazione sostenibile, parola abusata, ma verissima, delle città», esordisce Marchiol, evidenziando come la transizione ecologica richieda un cambio di paradigma anche nella gestione dello spazio pubblico.

Marchiol sottolinea inoltre come l’integrazione della natura negli spazi urbanizzati debba diventare una pratica sistematica, anche in ambiti storici: «L’introduzione della natura in ambienti fortemente antropizzati, anche nei contesti storici, è oggi la normalità, soprattutto in molti Paesi virtuosi del centro-nord Europa. Da noi, in Italia, dove le amministrazioni sono miopi su queste tematiche, la richiesta di integrare la natura nella città viene dal basso». Un esempio concreto arriva da un recente processo partecipativo attivato in occasione della proposta di riqualificazione di una piazza cittadina ad alta frequentazione, anche scolastica: «Abbiamo ascoltato i principali stakeholder – genitori, studenti e studentesse, insegnanti, commercianti, residenti – e la richiesta principale da parte di tutti è stata: vogliamo uno spazio più verde! Adesso nella piazza il verde esiste, ma è vissuto come uno spazio di risulta, poco accessibile, frammentato, non realmente abitabile dai cittadini».

Il progetto, che vedrà la luce nel prossimo futuro è stato affidato attraverso un bando pubblico, vinto dallo studio LAND di Milano, guidato dall’architetto Andreas Kipar, il cui motto è: Landscape first!

Tra gli obiettivi principali dell’amministrazione vi è l’elaborazione finale di un Piano del Verde che non si limiti a definire strategie di incremento quantitativo e qualitativo del verde urbano, ma che fornisca soprattutto uno strumento operativo per una gestione coerente, intelligente e contemporanea del patrimonio verde.

Come sottolineato dall’assessore Marchiol, «il verde deve diventare uno degli strumenti funzionali alla trasformazione dei luoghi», ma per essere realmente efficace è necessario disporre di un quadro tecnico-amministrativo che ne orienti l’implementazione e la gestione nel tempo. «Il piano del verde deve servire innanzitutto a questo: fornire criteri gestionali chiari, aggiornati, capaci di strutturare il comportamento dell’ente».

L’assessore evidenzia inoltre il limite degli strumenti urbanistici tradizionali se non affiancati da una visione gestionale unitaria: interventi puntuali o nuove previsioni di verde in piano regolatore, se non coordinati da un piano di gestione, rischiano di restare scollegati da una visione strategica, perdendo efficacia e continuità nel tempo.

Giardino Ricasoli – Udine

«In Italia disponiamo di normative evolute – dal divieto di capitozzatura all’obbligo di piantare un albero per ogni nuovo nato – ma troppo spesso mancano le condizioni per una reale applicazione», osserva Marchiol. «L’obiettivo del nostro Piano del Verde è proprio colmare questo scarto, garantendo ai cittadini un’effettiva attuazione dei diritti ambientali e una gestione ordinata e trasparente dello spazio pubblico». 

Per realizzare questo Piano Zero da dove siete partiti? è stato fatto un censimento dell’esistente?

L’elaborazione del Piano del Verde per il Comune di Udine è stata preceduta da una fase partecipativa strutturata, articolata in incontri distinti con portatori di interesse – tra cui ordini professionali, associazioni ambientaliste e di categoria – e con i Consigli di Quartiere, ai quali è stato lasciato tempo per presentare osservazioni. Si tratta di un processo sviluppato interamente dalle strutture interne del Comune, che in circa un anno di lavoro hanno predisposto il cosiddetto ‘Piano Zero del Verde’, primo step operativo del percorso pianificatorio. Contestualmente, è stato avviato un lavoro sistematico di rilevamento dello stato di fatto del patrimonio arboreo, considerato condizione preliminare per qualsiasi intervento gestionale. L’attività di censimento, in un solo anno e mezzo, ha rilevato circa un terzo del patrimonio arboreo comunale (oltre 8.000 alberi), attraverso VTA (Visual Tree Assessment) e rilievi diretti in campo. L’obiettivo è completare il censimento tradizionale entro due anni”, ci informa l’assessore precisando che parallelamente, è stato avviato un secondo censimento di tipo innovativo, realizzato tramite tecnologie satellitari e intelligenza artificiale, che ha permesso di mappare l’intero patrimonio arboreo pubblico e privato presente nel territorio comunale. Il dato restituito stima circa 91.000 alberi totali, di cui poco meno di 30.000 riferibili al patrimonio pubblico. Questa metodologia, pur non sostituendo il rilievo tradizionale, consente di individuare criticità e anomalie attraverso indicatori fisiologici (come la traspirazione e l’attività fotosintetica), offrendo una visione complementare e strategica per la gestione del verde. L’integrazione del monitoraggio satellitare nel sistema gestionale del verde urbano rappresenta un’innovazione metodologica orientata alla valutazione delle prestazioni ecosistemiche del patrimonio arboreo. A partire dalla definizione di una baseline, il sistema consente di controllare in modo continuativo – e da remoto – lo stato fisiologico degli alberi su scala urbana.

Questo approccio permette di valutare l’efficacia degli interventi manutentivi: una volta effettuata una riqualificazione su un viale alberato, ad esempio, è possibile verificare nei mesi successivi, attraverso dati satellitari, se la prestazione del verde – intesa come capacità di raffrescamento, traspirazione e regolazione microclimatica – sia migliorata o peggiorata. In questo modo, il verde viene trattato come un’infrastruttura tecnica, soggetta a verifica funzionale al pari di un sistema di isolamento o di climatizzazione”, conclude.

Uno degli strumenti utilizzati per redigere il programma del piano utilizza dati telerilevati aggiornabili con cadenza settimanale e storici geospaziali, consentendo un controllo costante e retrospettivo dello stato del verde. Questo consente non solo il monitoraggio in tempo reale, ma anche l’analisi evolutiva delle condizioni vegetative nel tempo, rafforzando l’efficacia della gestione e il supporto decisionale delle amministrazioni. Udine si configura come realtà pioniera nell’utilizzo applicato di questa tecnologia per finalità ambientali urbane.

L’assessore Marchiol mette in evidenza un aspetto rilevante per un buon successodell’iniziativa: “Affinché il piano sia realmente efficace, è però fondamentale accompagnarlo con un ampio sforzo comunicativo. Una parte rilevante dell’intervento riguarda infatti la costruzione di una nuova cultura del verde condivisa con la cittadinanza, spesso ancora ancorata a visioni frammentarie o conflittuali, dove il verde è percepito come intralcio o problema. Da qui la necessità di attivare percorsi di informazione, formazione e confronto, in collaborazione con enti come ARPA e le scuole, per spiegare finalità, criteri gestionali e nuove logiche di convivenza tra elementi diversi nello spazio urbano.

L’obiettivo non è imporre prescrizioni, ma costruire consapevolezza: se l’amministrazione dichiara in modo trasparente come e perché gestisce il verde in un certo modo, offre ai cittadini strumenti per comprendere i cambiamenti – anche quelli legati alla selezione delle specie vegetali in funzione della loro prestazione – e per partecipare in modo più informato e costruttivo al processo di trasformazione della città”. conclude Marchiol.

L’Amministrazione sottolinea come il Piano non debba essere inteso come un semplice documento burocratico, ma come un quadro d’azione in continua evoluzione, fondato su dati tecnici, rilievi satellitari e criteri scientifici. Anche la selezione delle aree destinate alla nuova alberatura risponde a questa logica: si interviene dove l’efficacia è massima, per mitigare le isole di calore e ottimizzare l’impiego delle risorse pubbliche.

L’assessore ribadisce un principio fondamentale: Il verde non è un costo, ma un investimento strategico. Oltre a ridurre il fabbisogno energetico per la climatizzazione estiva – fino al 30% nei fabbricati ombreggiati – contribuisce al benessere collettivo e genera benefici ambientali e sociali quantificabili. Compito della pubblica amministrazione è anche quello di rendere visibili questi dati, superando la percezione diffusa del verde come semplice onere manutentivo”.

Accanto alle azioni di gestione e incremento delle alberature, il Comune ha avviato una serie di interventi di depavimentazione diffusa, riconosciuti come vere e proprie nature-based solutions.

Giardino Ricasoli - Udine
Giardino Ricasoli – Udine

Oltre a migliorare le condizioni di crescita degli alberi esistenti, questi interventi favoriscono la gestione delle acque meteoriche, riducono l’effetto isola di calore e incrementano la qualità complessiva dello spazio pubblico. Le soluzioni tecniche variano tra materiali drenanti e depavimentazione completa, a seconda delle condizioni specifiche. Interventi simili riguarderanno anche aree oggi asfaltate e prive di utilità, da trasformare in spazi verdi attrezzati, con inserimento di alberature e arredi. Anche se puntuali, queste azioni si collocano all’interno di una strategia sistemica: restituire spazio al suolo vivo è un investimento per migliorare il comfort urbano e accrescere la resilienza della città ai cambiamenti climatici.

L’utilizzo di verde pensile tecnologico è un’ opportunità ancora poco sviluppata nel contesto pubblico della città; non mancano però tentativi sperimentali e si auspica che presto, con il tempo e le nuove opportunità create anche dai Piani del Verde come quello di Udine, il verde pensile entri a far parte degli strumenti per le amministrazioni pubbliche. Per esempio è utile ricordare che i nostri sistemi possono essere utilizzati anche nel caso in cui si voglia rendere permeabile una superficie impermeabile, che magari non può essere rimossa o demolita, creando quindi piazza o delle aree a verde dove ora c’è asfalto o cemento, si pensi alla referenza di Piazza Italia e Padova  dove il sistema a pensile è stato semplicemente posato al di sopra del piano strada.

Inoltre, non dimentichiamo le potenzialità dei nostri substrati altamente ingegnerizzati, la cui applicazione non si limita al verde pensile ma può trovare spazio e fornire utili e performanti soluzioni anche in altri tipi di applicazioni, come quelle citate dall’assessore. Nel caso di depaving o di rain garden, per esempio, un substrato come il nostro permette una più rapida ed efficace infiltrazione delle acque meteoriche. 

Sono state ampiamente considerate, inoltre, nel Piano Zero strategie per il mantenimento e il rafforzamento della biodiversità urbana e anche in questo caso il verde pensile, potrebbe avere un ruolo fondamentale, si pensi alla realizzazione di un piccolo ecosistema sulla copertura di edifici isolati e non frequentati, che altrimenti non verrebbero sfruttate e dove quindi la biodiversità (vegetale e animale) possa (ri)trovare il suo spazio indisturbata dalla presenza dell’uomo. 

Marchiol precisa: Una delle azioni chiave del Piano è la creazione di corridoi ecologici continui, utili a facilitare lo spostamento di impollinatori e pipistrelli attraverso il tessuto cittadino. Questa rete di connessioni ecologiche, però, non può fermarsi ai margini del suolo pubblico: per garantire una reale efficacia, è necessario coinvolgere anche i soggetti privati, inserendo indicazioni specifiche all’interno del piano regolatore. Tra gli interventi già avviati segnalo la rigenerazione dell’ex caserma Piave, destinata a diventare un parco urbano con una forte impronta naturalistica. Un altro esempio significativo si trova lungo la Roggia Tagliamento, dove un’area dismessa è stata rinaturalizzata con piante acquatiche, trasformandosi in un habitat umido capace di attrarre fauna selvatica”.

“L’approccio che si intende adottare in futuro – conclude l’assessore – parte da questi esempi per definire un modello operativo: realizzare verde accessibile ma con caratteristiche ecologiche marcate, in grado di migliorare la qualità ambientale e supportare la presenza della fauna in ambito urbano. Ogni progetto diventa così un tassello in una visione più ampia di rinaturalizzazione, che guarda alla città come a un ecosistema complesso e in trasformazione”.

L’esperienza di Udine dimostra dunque come le nature-based solutions possano guidare una trasformazione concreta e misurabile dello spazio urbano, rendendo la città più resiliente, inclusiva e attenta alla biodiversità. Noi di Harpo, innovatori e produttori di sistemi per il verde pensile, promuoviamo e diamo visibilità a tutte le iniziative – pubbliche e private – che adottano questo approccio, contribuendo alla diffusione di conoscenze tecniche e buone pratiche.

Referenza Harpo verdepensile: corte interna residenziale – Udine

Attraverso attività di divulgazione e confronto, mettiamo a disposizione il nostro know-how per alimentare una cultura del progetto fondata sull’integrazione tra infrastrutture verdi e grigie e sulla gestione sostenibile delle risorse per migliorare la qualità dello spazio costruito al fine di diffondere anche il pensiero che le soluzioni pensili offrono strumenti e possibilità in vari contesti e che un lavoro di confronto e di squadra con le amministrazioni pubbliche e i cittadini sarebbe ottimale per raggiungere risultati sempre più soddisfacenti e positivi, volti a “prendere l’elemento della natura e utilizzarlo in maniera intelligente come motore di trasformazione sostenibile” come ha accuratamente affermato l’amministratore Marchiol.

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